In Turchia, l'antica arte di tessere i tappeti si trasmette di generazione in generazione.
Originariamente, i tappeti servivano a scaldare e decorare le case. Facevano parte delle doti delle spose e delle donazioni alle moschee.
Abbiamo due tipi di tappeti : i tappeti annodati e i kilim che invece hanno fili verticali ( ordito ) e orizzontali ( trama ).
Un tappeto si compone di tre parti: l'ordito, la trama e i nodi.
L'ordito è costituito dai fili verticali; la trama, che dà compattezza al tappeto, dai fili orizzontali. I nodi sono costituiti dai fili annodati all'ordito, successivamente livellati con le forbici.
Esistono quattro diversi tipi di lavorazione, tutti effettuati a mano:
-Il kilim viene decorato per lo più con motivi ancestrali. Il passaggio tra un colore e l'altro produce un taglio nel tessuto che è la caratteristica dei kilim. I tappeti antichi e talvolta anche quelli moderni sono reversibili.
-Il cicim ( gigim) è un tipo di lavorazione generalmente usato per borse o cuscini. A prima vista sembra un tessuto compatto e ricamato. In realtà, il rilievo caratteristico del cicim viene raggiunto attraverso l'avvolgimento dei fili orizzontali intorno a due o tre fili dell'ordito.
-Il sumak è un tessuto composto da fili orizzontali di diversi colori intrecciati a uno a uno ai fili verticali. Contrariamente al kilim, il sumak e il cicim non presentano i tagli.
L'hali ( tappeto a punti annodati ) è facilmente riconoscibile dal velluto. E'composto da file di nodi stretti tra due fili orizzontali ( le trame ) tramite un pettine ( kirkit ). Succesivamente, i nodi vengono livellati con le forbici.
I nodi possono essere di tipo turco ( nodi doppi o gordes ) o persiano ( nodi semplici o senneh ).
In Turchia si vendono molti tappeti stranieri, ma quelli di origine turca sono dotati di una gamma particolarmente vivace di colori. Gran parte dei tappeti annodati e dei kilim in vendita sono nuovi o quasi nuovi; quelli antichi sono più rari e molto più costosi.
Tinture e motivi:
Un tempo le tessitrici utilizzavano solo tinture vegetali, mentre oggi fanno sempre più ricorso a quelle chimiche.
Tuttavia, in alcune regioni è in atto un ritorno all'uso delle tinture vegetali, il rizoma di robbio ( Rubia tinctorum ) permette, per esempio, di ottenere diverse sfumature di rosso, mentre dal mallo di rocce si ricava il marrone. Dal tamarindo si ottiene il giallo, dall'indaco l'azzurro, dalla menta selvatica il grigio, dall'hennè l'arancione, dai licheni il verde ecc.
Gli esperti riescono a individuare la provenienza del tappeto a secondo della scelta di colori e motivi. Un tappeto è il riflesso inequivocabile del villaggio dov'è stato fabbricato.
I motivi che si trovano sui tappeti turchi sono geometrici e stilizzati. Esistono dalla notte dei tempi e spesso possiedono un significato. Così come la tradizione orale, i motivi dei tappeti, speciali quelli del kilim, sono un mezzo di trasmissione della memoria collettiva tra generazioni. Essi portano i segni delle antiche civiltà anatoliche e dell'Asia centrale, trasmessi dai nomadi emigrati da quest'ultima regione.
La " Donna con le mani sui fianchi " è simbolo della fecondità femminile, le " Teste d'uccello in posizioni capovolte " sono ying e yang, " L'Albero della vita " è un simbolo antico, il "Mirhab", la nicchia verso la quale ci si volge per la preghiera.
Occhio, scorpione e serpente servono a esorcizzare il male, la testa del toro rappresenta la fecondità maschile e la spiga di grano quella della natura. Le rose e i tulipani ( fiori originali dell'Anatolia ) appaiano frequentemente nei tappeti turchi.
Il significato di numerosi motivi resta comunque ignoto, non cercate dunque di sapere ogni cosa e accettate anche questa parte di mistero nell'arte dei tappeti.

Qualche consiglio per gli acquisti:
I prezzi dipendono naturalmente dal materiale impiegato, ma anche dal numero dei nodi per centimetro quadrato, visibili quando si capovolge il tappeto ( uno di buona qualità ne conta una trentina ).
Non fissatevi su quest'ultimo particolare, altrimenti rischierete di spendere un po' troppo: 40-50-60 o più nodi per centimetro quadrato non aggiungono nulla al tappeto, ma ne aumentano il prezzo in modo vertiginoso.
Per i kilim vecchi o antichi ( ultrasecolari ) state particolarmente attenti a non farvi ingannare : a meno che non siate esperti di kilim, lasciate assolutamente perdere.
Alcuni commercianti si ingegnano a stendere i tappeti al sole per far sbiadire i colori e quindi lavarli per ottenere un effetto "antico". L'età si riconosce anche dalla morbidezza, che si può verificare lasciando cadere il tappeto verticalmente, ma anche con questo sistema ci si può sbagliare.
I sumak si differenziano in veri sumak, interamente in lana e purtroppo disastrose imitazioni di lana e cotone, piuttosto care e per nulla attraenti.
Occhio ai tappeti da preghiera, debba sempre avere il motivo del mihrab che al momento della preghiera viene rivolto verso la Mecca.
Per conoscere un vero tappeto di seta da un'imitazione sintetica, guardatelo in piano, riposizionatelo davanti a voi facendolo volare a 180° : il riflesso della luce sui nodi di seta dovrebbe evidenziare un netto cambiamento dell'aspetto e dei colori.
ZONA DI FABBRICAZIONE DEI TAPPETI NELLA TURCHIA OCCIDENTALE
L'industria dei tappeti turca si concentra in diverse aree di produzione, sotto elencate.
I disegni sono moltissimi e di origine tribale e permettono all'acquirente esperto,
di identificarne la provenienza.
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TAPPETI ANNODATI KILIM ANNODATI E KILIM
1) Hereke 11) Denizli 13) Konya
2) Canakkale 12) Usak
3) Ayvacik
4) Bergama
5) Yuntdag
6) Balikesir
7) Sindirgi
Milas
9) Antalya
10) Isparta
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Per concludere...
Sappiate che per un tappeto di piccole dimensioni la dogana non pone generalmente delle difficoltà. Per tappeti grandi e quindi, si presume, più costosi vi verrà chiesto il pagamento dell'IVA.
Ricordate che i turchi usano camminare senza scarpe dentro la casa, e non a caso: i kilim, assai più fragili dei tappeti normali, reggono comunque il colpo.
In compenso, in casa degli europei, i kilim si riveleranno molto più fragili a causa dell'uso delle scarpe.
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